C’è un mare nella terra,
mare al centro
della terra,
mare bianco,
che sta in mezzo.
Non due rive,
ma una sola, la nostra.
C’è una
marea che nasce,
si rinnova,
cresce
in scie che
lente lasciano
culture
sciogliersi, in sciame come pesci.
Mosse da
angosce
ebbre
civiltà pasciute
sfoggiano
sfarzi, rovesciano le viscere.
Lo solcarono
vascelli, ora sfasciati legni.
Moderna
filibusta,
professionista
del gran balzo,
scippa sogni
d’occidente,
naufraghi di
un reiterato incidente.
Ti
dicono confine,
Mer Méditerranée
Sei madre gentile.
Mère
Méditerranéenne
Ceuta e
Melilla, sputi
di Spagna in
terra di Maghreb.
Da una parte
il grande mare
dall’altra un
continente spinge per entrare
Pluriverso di
suoni
cattura
l’attenzione.
Darabukka o
tamborra, Guitarron o fisarmonica,
Rebab o
mandolino… l’unione si fa nelle banlieues.
Ti dicono
confine,
Mer Méditerranée
Sei madre gentile.
Mère
Méditerranéenne
Diceva
Manòlo:
olive,
melanzane, olio…
Mediterraneooooo.
Luogo meticcio,
non per
ragione della forza,
ma per forza della ragione.
Senza alcun
riguardo
per ogni
diversità
di sesso,
razza, cultura,
pelle,
religione.
|
|
Alcune brevi note sulla canzone:
Questo
testo è nato leggendo un vecchio numero di Carta,
diversi anni fa', C'era questo bel gioco di parole in francese tra la
“madre mediterranea” ed il “mar mediterraneo”, ne seguirono un po' di
appunti, che col tempo sono diventati una canzone. È un
tentativo di recuperare il “mare nostrum” ad una funzione meno
deteriore, rispetto a quella di chi lo vorrebbe soltanto un
invalicabile confine. Una terra di nessuno (che inevitabilmente poi
diventa feudo di scafisti e commercianti di vite umane.. i
“professionisti del gran balzo”, novelli Caronte -ecco come nascono gli
sfasciati "legni”-
che traghettano queste anime disperate da una riva all'altra del
medesimo inferno).
Ceuta
e Melilla
sono due enclaves spagnole in terra marocchina, porta (perennemente
chiusa) per molti africani che sognano di entrare in Europa.
Infine... “Manòlo” non può essere che quel grande
scrittore (e cuoco, e gourmet) di Manuel
Vazquez Montalbàn.
|