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Cuore di cane
appeso a un filo di rabbia e di fame
Cuore di cane
come randagi giù alla stazione
Colori sbiaditi
di grigio vestiti, d'inverno innevato,
di sangue bruciato.

Ventre di rana
d'amianto vestita, di legno e di lana
Occhi bucati
da urla, da cani, da visi malati
Violini e stelle
ammassati nel buio di volti spauriti
Canada di scarpe, capelli e vestiti.

Pezzo di pane
offerto nel freddo da mani assassine
Un manichino
più nudo del marmo, che è solo un bambino
La sua trasparenza
la sua resistenza, il suo gioco della violenza.

Cuore di cane
appeso a un filo di rabbia e di fame
Testa rasata
china sul corso della giornata
Non avrai un figlio
non più un giaciglio, o un vede giardino,
un parlante coniglio.

Vecchia sbagliata
sei troppo vissuta, hai gli occhi di fata
Il tuo libro non ti servirà.

Cuore di cane
ucciderai per un pezzo di pane
Morbida pelle
dal sesso ribelle, violata cavia sarai.

Cuore di cane
saluta gli uccelli, con sguardi di fame
Salva i tuoi figli da quegli artigli
del tuo cuore di cane... dal tuo cuore di cane... dal tuo cuore di cane.


Alcune brevi note sulla canzone:

La canzone -che si intitola "manichini nudi", un modo in cui venivano chiamati i deportati sottoposti ai maltrattamenti nei lager- compie una lunga 'carrellata' fra i molti esempi di genocidi e persecuzioni che hanno costellato la storia, con molti riferimenti a volte espliciti a volte metaforici a ciascuno di essi. In rete si trovano anche dei riferimenti ad un libro con questo titolo: Bernadac, Christian- Manichini Nudi, Ginevra, 1976.
La frase ricorrente "cuore di cane" è un espressione che fu usata da un reduce durante il processo di Norimberga per indicare che non avrebbero mai pensato di 'contendere' il pane ad altre persone, anche familiari... ma la fame e l'abbruttimento del lager poterono anche questo.
Quando si parla di "ventre di rana" si adotta un'espressione che usa Primo Levi in "Se questo è un uomo"  per descrivere quell'aspetto malaticcio e 'viscido' che avevano i deportati, specialmente riferito alle donne, alla sterilità che le inumane condizioni del campo di concentramento avevano causato loro.
La canzone parla di una donna "vestita di legno e lana", perché durante la deportazione degli armeni attraverso il deserto (abbiamo voluto citare anche questa persecuzione, pressoché dimenticata!) per infliggergli ancora più dolore e umiliazioni li vestivano di lana pesante e gli facevano calzare zoccoli di legno.
Infine si accostano le persecuzioni dei rom e degli ebrei con il verso "violini e stelle".
Infat
ti, come detto, "manichini nudi" non parla solo dello sterminio nazista ma di sterminii in generale, nel corso dei secoli .. vuole allargare il discorso a vari tipi di discriminazioni/sterminii/olocausti... più o meno noti!

Alcuni link dove si possono trovare degli approfondimenti: