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Chiesi alla donna della tenda:
«quale ricordo della tua gente
vuoi ch'io porti alla mia gente?»

Mi guardò. Poi, senza indugiare,
abbassò lo sguardo sulla sabbia che calpestava:
«È COME IL NOSTRO THE»

Questa è la rossa sabbia del campo di DAKHLA
intrisa delle lacrime e del sangue dei bambini
e del popolo SAHARAWI


- Forte e Amara - come il THE della VITA
- Tenera e Dolce - come il THE dell'AMORE
- Soave - come il THE della MORTE

Da questa terra d'Algeria, impossibile alla vita,
dove i figli dei pescatori mai videro il mare,
e dei nomadi dei dromedari mai videro dromedari.

Partono i figli del poplo SAHARAWI
per il fronte lontano,
alla riconquista della loro LIBERTÀ.

PER DIGNITÀ E AMORE, NON PER VENDETTA.

Là, ovunque nel mondo,
dove donna o uomo è privato della libertà,
là MANCA LA NOSTRA LIBERTÀ E IL NOSTRO AMORE.
E IL NOSTRO AMORE

- Forte e Amara - come il THE della VITA
- Tenera e Dolce - come il THE dell'AMORE
- Soave - come il THE della MORTE


[Di ritorno dal campo di Dakhla, 8 gennaio 1998]



Alcune brevi note sulla canzone:

Questo brano nasce da un viaggio fatto da Marco con la sua famiglia nel campo di Dakhla (nella provincia di Tindouf, in Algeria, non va confuso con la vera città del Sahara Occidentale che è sotto occupazione marocchina), uno dei quattro campi profughi nel quale si è rifugiata la popolazione Sahrāwī.
L'impatto di quella visita fu molto forte e Francesco, il padre di marco, sulla via del ritorno da Dakhla, scrisse una poesia, che poi è diventata il testo di questa canzone.
La Storia del Sahara Occidentale (ex-colonia spagnola che fu invasa dal Marocco nel 1975, al momento del ritiro della Spagna) è una storia angosciosa di sopraffazione e indifferenza per le legittime aspettative di un popolo e per le reiterate risoluzioni delle Nazioni Unite che condannanno questa occupazione.